Il 22 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, i credenti in Cristo entrano nel “tempo forte” della Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua, cuore dell’anno liturgico culminante nella Passione, Morte e Risurrezione del Signore, che la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve è chiamata a vivere con sobrietà nella vita quotidiana e nel raccogliersi maggiormente nella preghiera personale, familiare e comunitaria (parrocchie e comunità religiose). Ai gesti di penitenza, perdono e riconciliazione di ogni credente seguano anche segni di solidarietà e vicinanza ai tanti fratelli e alle tante sorelle in gravi difficoltà della porta acconto e della società intera. Basti pensare all’opportunità di non fare mancare il proprio contributo ai progetti messi in atto dalla Caritas diocesana, come “Una spesa per tutti” e “Adotta un affitto”, per le numerose famiglie sempre più in crisi a causa della perdita del lavoro e del caro-vita. Non mancano, purtroppo, le emergenze umanitarie internazionali per le quali la Caritas Italiana ha avviato progetti di prossimità di medio-lungo periodo a favore delle popolazioni terremotate della Turchia e della Siria e della martoriata Ucraina. La Quaresima, oltre ad essere tempo di rigenerazione nella fede e di riconciliazione con sé stessi e con il Signore, nel prepararsi a rivivere il mistero più grande, quello della Risurrezione di Cristo per la salvezza del mondo, è anche opportunità per dedicare particolare attenzione-riflessione alle fragilità della società e alle emergenze umanitarie. I credenti vengono esortati a vivere al meglio questo “tempo forte” partecipando con intensa devozione alle diverse celebrazioni liturgiche che lo caratterizzano, ad iniziare dal Mercoledì delle Ceneri.

Il calendario delle principali celebrazioni quaresimali. A Perugia l’arcivescovo Ivan Maffeis presiederà, mercoledì pomeriggio 22 febbraio, due celebrazioni con il rito della benedizione ed imposizione delle ceneri sul capo: la prima, in cattedrale, alle ore 18; la seconda, nella chiesa dell’Università degli Studi, alle ore 19.15, animata dalla Pastorale universitaria.

Sempre in cattedrale, ogni venerdì di Quaresima, dal 24 febbraio al 31 marzo, alle ore 17.15, si terrà la Via Crucis, e nelle cinque Domeniche di Quaresima, dal 26 febbraio al 26 marzo, alle ore 17, la Meditazione quaresimale e a seguire l’Adorazione eucaristica e la Santa Messa. Le meditazioni saranno tenute dall’arcivescovo Maffeis (domenica 5 marzo) dai canonici della cattedrale.

Il Programma: Quaresima e Settimana Santa 2023 – Cattedrale

“La cronaca di cento anni fa testimonia le tante difficoltà incontrate nella realizzazione di questo Museo. La presenza di ciascuno di voi, oggi, esprime che quella fatica non smette di incontrare attenzione e condivisione… L’opera d’arte, in particolare, è un grande linguaggio simbolico: con le sue forme, i suoi colori, la sua storia riveste e rende accessibile la verità, esprimendo una bellezza che affascina, che riempie di stupore, che offre una ricchezza di spunti con cui leggere il significato nascosto nel segno”. Lo ha sottolineato l’arcivescovo Ivan Maffeis intervenendo, il pomeriggio del 17 febbraio, alla cerimonia inaugurale del nuovo allestimento del Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, nell’anno del centenario della sua nascita (1923-2023). Evento che ha visto una folta partecipazione di perugini insieme alla presenza delle massime autorità civili e del mondo culturale, dalla presidente della Regione Donatela Tesei al sindaco Andrea Romizi, alla presidente Ilaria Borletti Buitoni del Comitato ministeriale per le celebrazioni del V centenario della morte del Perugino (1523-2023). Sono intervenuti anche il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi, già ausiliare di Perugia con delega per i beni culturali diocesani, e la presidente della Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo, benemerita Istituzione che ha finanziato il progetto del nuovo allestimento museale, parte fondante, insieme al sottostante percorso archeologico, dell’“Isola San Lorenzo” del complesso monumentale della cattedrale.

L’alto interesse. Un caloroso saluto ai numerosi convenuti è stato espresso dall’arciprete della cattedrale Fausto Sciurpa, come fece nel 1923 il suo predecessore, Camillo Rasimelli: “La designazione che ci avete usata di accettare il nostro invito ci commuove e ci allieta. Ci commuove, perché la vostra presenza addimostra l’alto interesse che prendete alla nostra impresa, che è manifestazione e culto dell’arte e ci rassicura del vostro favore. Ci allieta, perché sentiamo di essere uniti in questo ideale che attraverso le concezioni e le forme dei grandi artisti, ispirati alla fede sincera, ci fa vedere Iddio”.

A presentare il progetto di questo allestimento è stato il curatore, l’arch. Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, mentre il dott. Luca Nulli, rappresentante diocesano nel citato Comitato ministeriale, ha coordinato gli interventi rievocando la storia dei primi cento anni del Museo con uno sguardo al futuro.

L’arcivescovo Maffeis. Sul futuro dell’arte si è soffermato l’arcivescovo Maffeis richiamandosi alla notizia riportata dai quotidiani nazionali del 17 febbraio, che hanno dato “ampio risalto alla conclusione dell’XI edizione delle campagna ‘I luoghi del cuore’ promossa dal FAI”, ha commentato il presule facendo notare che “all’invito ‘Narrate, gente, la vostra terra’, lanciato dallo scrittore Antonio Scurati, ha risposto oltre un milione e mezzo di persone”. Facendo suo il commento del Corriere della Sera, Maffeis ha detto: “Colpisce un elemento molto chiaro e omogeneo: i primi tre ‘Luoghi del cuore’ e ben 45 tra i 100 più votati in tutta Italia sono legati alla devozione religiosa popolare. È la prova che, come ha detto il presidente del FAI, ‘se la pratica della fede è in crisi, alcuni edifici e contesti continuano a rappresentare eloquenti testimonianze di identità, di appartenenza, di affezione. Un dato sul quale riflettore per comprendere i sentimenti più diffusi e condivisi’, nonché ‘il legame tra i diversi territori, i singoli cittadini e le intere comunità’. In altre parole, il nostro patrimonio testimonia quanto l’arte abbia saputo ispirarsi e veicolare tematiche legate alla fede, contribuendo a plasmare una cultura che fa parte del nostro mondo spirituale. Esperienza religiosa ed artistica sono accomunate dal tentativo di portare a parola la profondità della realtà, nel rispetto della sua dimensione trascendente e in quanto tale in ultima analisi indispensabile”.

Il vescovo Salvi. “Ho incontrato e conosciuto persone assetate di bellezza, desiderose di rispondere ad una esigenza che il cuore di ciascuno di noi ha, quello, appunto, della bellezza”. Così ha esordito, nel suo intervento, il vescovo Salvi, che ha indicato la ‘rotta’ del progetto “Isola San Lorenzo” nei quattro anni di vescovo ausiliare di Perugia; progetto che ha affidato alle ‘cure’ della società benefit Genesi. “Noi abbiamo la fortuna di avere questa bellezza sotto gli occhi e spesso non accorgersene – ha proseguito Salvi –. Quando si entra in un luogo bello, in uno spazio architettonico, in una chiesa…, si incontra sempre una vita. In un momento di grande confusione e molta fragilità dove la nostra società non ha più punti di riferimento a cui guardare, dove c’è parecchia precarietà, abbiamo bisogno di una proposta o di ipotesi che possano ridarci speranza del vivere attraverso la bellezza, che, come diceva un autore russo, può salvare il mondo. Quando abbiamo dinanzi a noi opere d’arte s’incontra l’umanità… Un artista, un architetto, attraverso le loro opere, ci raccontano chi sono, la loro proposta di vita non è qualcosa di statico. Difronte ad ogni espressione artistica si può dialogare. Sulla bellezza, anche nella mia Diocesi di Civita Castellana, si può trovare un sentiero comune da percorrere insieme tra Istituzioni, perché siamo tutti impegnati affinché il bene dell’umano possa realizzarsi. Sono energie buone che possono dare una speranza nuova a questa caotica società”.

La presidente Colaiacovo. Ha espresso viva soddisfazione per l’opera del nuovo allestimento ricordando che “il 2023 è un anno importante per l’arte e la cultura di Perugia, perché le celebrazioni del cinquecentenario della morte del Perugino hanno attivato diverse iniziative per la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio storico e artistico. Siamo orgogliosi di aver potuto dare il nostro sostegno a queste iniziative, a partire da quelle che danno lustro alla nostra città e che sono anche occasione di rinnovamento… Un panorama così ampio di proposte culturali contribuisce a rendere più attrattivo il nostro territorio in una chiave anche turistica e quindi di sviluppo economico. Di questo siamo consapevoli, motivo per cui l’arte e la cultura rivestono per noi una grandissima importanza e continuano ad essere uno dei settori di intervento più rilevanti della nostra attività. Questo progetto è una delle tappe di un accordo di collaborazione di qualche anno fa tra la Fondazione e l’Archidiocesi dal titolo “Verso il Perugino ma oltre”, perché le attività che stiamo inaugurando lasceranno traccia anche dopo il V centenario. A questo accordo si aggiungono altre collaborazioni con l’Archidiocesi, che riguardano anche la chiesa della Santissima Annunziata a Fontignano dove è custodita la tomba del Perugino. Abbiamo sposato la visione e la narrazione dell’Archidiocesi che vuole valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico per comunicare l’antico, il nuovo, il sacro e il bello e per unire idealmente tutti gli uomini nel linguaggio universale dell’arte”.

Il direttore Polidori. “Capita raramente di celebrare i cento anni di un museo e averlo potuto fare così da vicino per la propria città, lo ritengo un grande privilegio”. Ha detto l’architetto Polidori all’inizio del suo intervento di presentazione del nuovo allestimento, aggiungendo: “Mi fa piacere che siano stati richiamati tanti riferimenti storici di questo museo, perché l’operazione che abbiamo condotto non ha stravolto il lavoro compiuto da chi ci ha preceduto. Abbiamo pensato ad un progetto che realizzasse un qualcosa di bello, di importante e sostenibile dal punto di vista economico”, perché l’“‘Isola San Lorenzo’ è anche questo. Importante è stata la valorizzazione di questo luogo identitario per Perugia e per il territorio circostante. Basti pensare che sotto la cattedrale c’è un percorso archeologico che racchiude le origini della nostra città fin dal VII secolo a.C. e nel riemergere dal sottosuolo, le sale del Museo contengono e sono in grado di raccontarci le tante storie vissute da coloro che ci hanno preceduto”. Nel progettare la valorizzazione dell’“Isola San Lorenzo” per renderla più fruibile a livello turistico, l’architetto Polidori ha sottolineato che “era sotto gli occhi di tutti che le diverse anime del complesso monumentale della cattedrale fossero l’una imprescindibile dalle altre, perché non si può parlare del museo senza citare la cattedrale, non si può comprendere il percorso archeologico, la Perugia sotterranea, senza aver passeggiato nel chiostro superiore della cattedrale e non si può non raccontare la presenza secolare dei canonici senza aver ammirato i loggiati sovrapposti del chiostro inferiore. C’è una storia che si interseca in tutte le direzioni”.

«Il Museo con il suo nuovo allestimento e il percorso archeologico sottostante la cattedrale, parti fondanti l’“Isola di San Lorenzo”, sono un’eccellenza culturale della nostra città ancor più fruibile non solo dai turisti, ma dagli stessi perugini. Il merito è della società no profit “Genesi” impegnata da alcuni anni a valorizzare al meglio le testimonianze storico-artistiche custodite all’interno di questo spazio denominato “Isola di San Lorenzo”, titolo molto antico, riscoperto dalla “Genesi”, che in questo contesto assume un significato maggiore». A dirlo è stato mons. Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, intervenendo questa mattina, 17 febbraio, alla conferenza stampa di presentazione del progetto ultimato del  nuovo allestimento del Museo. Evento che avviene in un anno molto significativo, quello del primo centenario della nascita di questo Museo (1923-2023) e del V centenario della morte (1523-2023) di due grandi maestri del Rinascimento: Pietro Vannucci e Luca Signorelli.

Vinte due scommesse. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche l’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e curatore del progetto del nuovo allestimento, il dott. Fabrizio Stazi, direttore generale della Fondazione Perugia, Istituzione che ha finanziato il progetto, e il dott. Giuseppe Capaccioni, presidente della GENESI S.r.l. Quest’ultimo ha espresso soddisfazione per il lavoro compiuto negli ultimi tre anni, perché, ha sottolineato, «era il febbraio 2020 quando riflettemmo e poi avviammo il progetto di valorizzazione dal punto di vista turistico di un bene come questo. Oggi, a tre anni di distanza, con in mezzo la pandemia, anche noi siamo sorpresi del risultato ottenuto, una scommessa vinta. Il merito va, soprattutto, agli undici giovani operatori culturali, tra laureati in storia dell’arte ed archeologi, che ci lavorano. Hanno studiato, ricercato e scritto i testi che il visitatore trova in ogni sala del Museo. Come “Genesi” abbiamo vinto un’altra scommessa, quella di tenere a lavorare in Umbria, a casa loro, questi giovani, oltre ad essere riusciti in meno di un anno a dare la possibilità a quasi 30mila persone di visitare la parte già fruibile dell’“Isola di San Lorenzo”, il percorso degli scavi archeologici sotto la cattedrale e tre sale già accessibili del Museo. Inizialmente pensavamo che l’obbligo di legge di accompagnare i visitatori a piccoli gruppi nell’area archeologica sotterranea fosse un ostacolo ad una sua maggiore fruibilità, ma poi ci siamo resi conto che la gente apprezzava questa “specificità”, perché poteva ammirare con più tranquillità gli scavi. Molti dei visitatori ci hanno sollecitato a realizzare visite guidate a tutta la città, perché la storia di Perugia inizia in questo luogo con tracce di civiltà risalenti a 26 secoli fa, stratificate lungo un percorso di quasi un chilometro e profondo 15 metri dal piano stradale di piazza IV Novembre».

Esplosione di socialità e vita. Così l’ha definito il direttore generale della Fondazione Perugia intervenendo in conferenza stampa «questo splendido allestimento e spazio che torna a vivere e a creare socialità e ricchezza di relazioni sul territorio dopo un periodo in cui questa socialità è venuta a mancare». Il direttore Stazi ha espresso anche «gratitudine per questo progetto che si innesta in un ambito di una collaborazione più ampia che abbiamo stretto con la Diocesi nel 2021, l’accordo verso il Perugino ed oltre che prevede il restauro e la valorizzazione della chiesa della Santissima Annunziata di Fontignano che ospita la tomba del Perugino e alcune sue opere. Il 2023 è un anno particolarmente ricco di iniziative culturali che ruotano attorno alla figura di Pietro Vannucci e la Fondazione Perugia ha sostenuto alcune di esse, perché la sua missione rientra in questo solco, quello di valorizzare la cultura della comunità nella sua eccezione più ampia anche attraverso iniziative che vedono la crescita individuale e percorsi di incontro-coesione e di attrazione del territorio dal punto di vista  turistico e dello sviluppo economico».

Visite non solo guidate. L’architetto Polidori, che ha aperto gli interventi introducendo i convenuti alla visita delle otto sale del Museo, ha ricordato l’importanza di questo nuovo allestimento non più cronologico ma di carattere “scientifico-tematico” a cui si può accedere non solo con visite guidate da operatori culturali ben formati e motivati, ma anche in autonomia grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala è intitolata a personalità e a opere significative caratterizzanti importanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: “Leone XIII”, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; “Perugia e dei Papi”; “Sant’Anello”; “Parato Armellini”; “Luca Signorelli”; “Speranza e affidamento”; “Agostino Di Duccio”; “Diocesi-Cattedrale-Museo”.

Inaugurazione e riapertura al pubblico. Questo pomeriggio si terrà la cerimonia inaugurale ufficiale del nuovo allestimento del Museo della Cattedrale di San Lorenzo alla presenza dei rappresentanti delle massime Istituzioni civili e religiose del capoluogo umbro. Sabato 18 e domenica 19 febbraio, con biglietto ridotto, il Museo riaprirà al pubblico tutti i giorni con il seguente orario: 10.30 – 13.30 / 14.30 – 19.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). Per informazioni e prenotazioni: isolasanlorenzo@genesiagency.it ; 0755724853 / 0758241011 / 3701581907.

 

Venerdì 17 febbraio, alle ore 12, presso la Sala del Dottorato del Chiostro della Cattedrale (ingresso da piazza IV Novembre), sarà presentato in conferenza stampa il progetto del nuovo allestimento delle opere d’arte del Museo del Capitolo – “Isola di San Lorenzo” di Perugia, a cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e nel V Centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Di quest’ultimo, nel Museo, è custodita la splendida Pala di Sant’Onofrio.

Interverranno all’incontro l’arcivescovo monsignor Ivan Maffeis, l’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e curatore del progetto del nuovo allestimento, il dott. Fabrizio Stazi, direttore generale della Fondazione Perugia, benemerita Istituzione da sempre attenta alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, e il dott. Giuseppe Capaccioni, presidente della GENESI srl, società no profit che gestisce l’“Isola di San Lorenzo”, il percorso storico-artistico del complesso monumentale della Cattedrale composto dal Museo del Capitolo e dalla sottostante area archeologica.

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La visita riservata ai media. Al termine della conferenza stampa, gli operatori dei media potranno accedere al Museo e visitare il nuovo allestimento delle opere d’arte, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, secondo un criterio tematico e non più cronologico. È un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un percorso, tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo “dialogo” che unisce ed accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.

 

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L’inaugurazione del progetto. Seguirà nel pomeriggio di venerdì 17 febbraio (ore 17.30) l’inaugurazione del nuovo allestimento del Museo.

 

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La riapertura al pubblico con biglietto ridotto. Dopo un periodo di chiusura, coinciso con la pandemia, riapre al pubblico il Museo del Capitolo della Cattedrale, con biglietto ridotto (6 euro singolo e 4 euro a partecipante di gruppi di 15 persone), sabato 18 e domenica 19 febbraio, fruibile tutti i giorni con il seguente orario: 10.30 – 13.30 / 14.30 – 19.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura).

Per informazioni e prenotazioni: isolasanlorenzo@genesiagency.it ; 0755724853 / 0758241011 / 3701581907.

«Proprio perché le nostre notti siano abitate dalla luce della sua presenza, Papa Francesco con la domenica della Parola ha voluto incoraggiarci a una familiarità e ad un amore sempre maggiore per la Bibbia. E dove arriva “la buona novella del regno” c’è anche la cura di “ogni sorta di malattie e di infermità”. Dove arriva la fede fiorisce la carità. Perché – sono ancora parole del Papa – “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù… Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento…” (Francesco, EG 1)». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della celebrazione eucaristica della domenica della Parola del 22 gennaio, nella cattedrale di Perugia; celebrazione preceduta dalla lectio divina sul brano evangelico di Marta e Maria (Lc 10,38-42) tenuta da padre Giulio Michelini (Ofm), responsabile del Servizio per l’Animazione Biblica (SAB), e dall’architetto Micaela Soranzo, che ha offerto una lettura iconografica del medesimo brano.

Il richiamo alla conversione. Monsignor Maffeis, nell’omelia (il testo integrale è consultabile sul sito: www.diocesi.perugia.it – sezione arcivescovo-omelie), commentando la Parola di Dio, si è soffermato sul significato del popolo d’Israele “che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”. «A sorpresa – ha sottolineato l’arcivescovo –, la prima patria su cui rifulge la luce non è la zelante Giudea, ma una terra che è crocevia e crogiolo di lingue, religioni e culture, contesto pluralista e complesso: quella Galilea delle genti nella quale, alla fine del Vangelo, il Risorto tornerà a dare appuntamento ai suoi… La Parola risuona in questa notte, in questa terra semi-pagana che siamo con le nostre ambiguità e contraddizioni: e già questa scelta di campo non contiene forse anche un’indicazione per il nostro essere Chiesa? È una Parola che, anzitutto, chiama a conversione, a riconoscere che c’è Qualcuno in cui riporre fiducia. Cambiare l’orientamento della vita è la porta d’entrata, la premessa e la condizione per capire tutto il resto…».

La dimensione della fraternità. Nel commentare il brano del Vangelo della domenica, mons. Maffeis ha parlato di «una Parola che attrae», perché «raggiunge nella cornice feriale, lambisce la riva di quel lago che, per dei pescatori, è fonte di sostentamento, mentre rappresenta anche minaccia e pericolo a causa della forza incontrollabile dell’acqua e del vento». Nei fratelli pescatori, Simone e Andrea e Giacomo e Giovanni, traspare la fraternità della stessa Chiesa, ha evidenziato ancora l’arcivescovo dicendo: «la vita cristiana rimane impensabile senza questa dimensione. Fraternità. E che altro dev’essere la Chiesa?».

Essere anche rete. Nello spiegare che la Parola di Dio «consegna a una missione: “Vi farò pescatori di uomini”», Maffeis ha evidenziato che «il seguire le orme del Signore, lo stare con lui non è fine a se stesso: ha come orizzonte il servizio, l’impegno a farsi rete gettata nel mare della storia per non lasciare nessuno in balìa delle onde; rete che aiuta e sostiene i fratelli nel sottrarsi alle acque – alle forze ostili – per respirare a pieni polmoni, per ritrovare quella dignità che il male umilia e calpesta».

No a una Chiesa divisa. Monsignor Maffeis, avviandosi alla conclusione, ha parlato di «una Parola che costruisce unità e pace, che cerca e si radica in ciò che unisce: una rete lacerata serve a poco, proprio come una Chiesa divisa: “Io sono di Paolo”, “Io invece sono di Apollo”, “Io sono di Benedetto”, “Io invece sono di Francesco”…“Forse che Cristo è diviso?”. Lui non ci appartiene, semmai noi siamo chiamati ad appartenergli; nessuno può appropriarselo, né presumere di definirlo. Lumen gentium è sì il titolo della Costituzione conciliare sulla Chiesa, ma solo per ricordare che la luce delle genti è Gesù Cristo…».

Particolarmente significativa è a Perugia, quest’anno, la festa liturgica del Santo patrono dei giornalisti, Francesco di Sales, con il nuovo arcivescovo Ivan Maffeis, molto lieto di incontrare ufficialmente, per la prima volta, gli operatori della comunicazione, martedì 24 gennaio, alle ore 11, in Cattedrale. Al termine della celebrazione seguirà un incontro-aperitivo nella sala del Dottorato delle Logge della Cattedrale, occasione di dialogo e di conoscenza reciproca.

L’appuntamento del prossimo 24 gennaio è promosso dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, in collaborazione con la sezione umbra dell’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi), a cui hanno aderito l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e l’Associazione stampa umbra (Asu).

Mons. Maffeis, non nuovo al mondo dei media essendo anche un giornalista pubblicista, è alla guida della Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve dallo scorso 11 settembre, «dedicando questi primi mesi alla conoscenza della sua diocesi – sottolinea la giornalista Maria Rita Valli, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali –, incontrando le persone, a cominciare dai sacerdoti e dai fedeli delle parrocchie».

«È un appuntamento a cui tiene molto – commenta Maria Rita Valli – anche perché la sua formazione lo rende attento e sensibile ai temi della comunicazione e conosce molto bene le dinamiche dell’informazione. Se ne è occupato negli anni del suo servizio in Cei, come direttore nazionale dell’Ufficio comunicazioni sociali, e ancor prima a Trento, sua diocesi di origine, come direttore dell’Ufficio pastorale e del settimanale “Vita trentina”. Poche settimane dopo il suo arrivo a Perugia, Papa Francesco lo ha nominato membro del Dicastero vaticano per la Comunicazione e lo scorso novembre è stato scelto dai vescovi umbri come delegato Ceu per le Comunicazioni sociali. Arrivando a Perugia, fin dai primi giorni, ha voluto incontrare gli operatori dei media diocesani “La Voce” e “Umbria Radio”, assicurando la sua attenzione e vicinanza per il servizio che svolgono con il loro lavoro».

«In questa ricorrenza del Patrono – conclude il direttore dell’Ufficio pastorale –, monsignor Maffeis vede una felice occasione per conoscere meglio le persone che operano nel mondo dei media e in questo primo incontro sono stati invitati in particolare l’Ordine dei giornalisti, l’Asu e l’Ucsi a fare un breve intervento di presentazione della realtà umbra della comunicazione».

Sarà celebrata nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia la Domenica della Parola 2023, nel pomeriggio del 22 gennaio, con l’accoglienza dei fedeli alle ore 16.30, che si tiene ogni anno su indicazione di Papa Francesco nella III domenica del Tempo Ordinario, promossa a livello diocesano dal Servizio per l’animazione biblica e l’Ufficio liturgico. A precedere la celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis, sarà la lectio divina a più voci sul brano evangelico di Marta e Maria (Lc 10,38-42), in programma alle ore 16.45.
All’evento religioso, che culminerà con la celebrazione eucaristica delle ore 18, sono invitati a partecipare sacerdoti, diaconi, uomini e donne a vita consacrata e fedeli laici. A tutti loro è messo a disposizione il sussidio redatto dalla Cei per l’animazione liturgica delle assemblee domenicali e per la formazione personale, scaricabile dal link: http://diocesi.perugia.it/wp-content/uploads/2023/01/Domenica-della-Parola-2023.pdf . Per ulteriori informazioni sulla Domenica della Parola 2023 consultare il sito: www.lapartebuona.it .

È giunto il giorno del saluto di monsignor Marco Salvi alla comunità diocesana Perugia-Città della Pieve, che lo ha avuto vescovo ausiliare dal 5 maggio 2019, in programma giovedì 5 gennaio (ore 18), vigilia dell’Epifania del Signore, nella cattedrale di San Lorenzo. Il vescovo Salvi presiederà la celebrazione eucaristica a cui sono invitati sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e popolo di Dio. Una nutrita rappresentanza di fedeli perugino-pievesi “accompagnerà” monsignor Salvi a Civita Castellana, domenica 8 gennaio, giorno dell’inizio del suo ministero episcopale in terra laziale, insieme all’arcivescovo Ivan Maffeis, al cardinale Gualtiero Bassetti, al presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) Renato Boccardo e al vescovo emerito di Gubbio Mario Ceccobelli, già vicario generale a Perugia. Il programma di domenica 8 prevede, alle ore 16, l’ingresso del nuovo vescovo nella cattedrale di Santa Maria Maggiore di Civita Castellana, preceduto, in piazza Matteotti, alle ore 15.30, dalla accoglienza riservatagli dalle autorità civili con lo scambio dei saluti istituzionali.

L’attività pastorale di mons. Salvi. Quelli di monsignor Salvi a Perugia-Città della Pieve sono stati anni intensi e delicati a seguito della pandemia, non facendo mancare l’attenzione e la vicinanza della Chiesa particolare alle comunità parrocchiali, alle varie categorie della società, alle famiglie e ai singoli cittadini messi a dura prova negli ultimi tre anni. È stato un pastore in ascolto del suo gregge, come lui stesso si è definito il giorno del suo arrivo a Perugia (5 maggio 2019), dopo essere stato consacrato vescovo, nel duomo di Arezzo, il 31 marzo precedente: «In questo momento mi sento di imitare e incarnare il Buon pastore, conoscere i singoli, le comunità, le persone. Nella nostra società caratterizzata dalla fretta e senza memoria, dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato. Chiedo aiuto per tutto questo a tutti voi, aiutatemi a vivere per primo lo stile dell’ascolto. Non ho in mente progetti e piani pastorali, voglio ascoltare, entrare in confidenza con le persone in una relazione di amicizia. Essere pronto ad ospitare, ma anche essere ospitato da questa bella e ricca comunità di Perugia-Città della Pieve». E man mano che ha conosciuto la comunità perugino-pievese non ha esitato a definirla «una realtà ricca, vivace e piena di iniziativa, anche complessa, con risorse umane interessanti che poi sono la vera ricchezza di una Chiesa». Tra le risorse che ha coltivato e fatto fruttare in quasi quattro anni di vescovo ausiliare, quelle della cultura e dei beni storico-artistici ecclesiastici, delle opere di carità, del mondo giovanile e della famiglia. A livello di Regione Ecclesiastica Umbria ha ricoperto l’incarico di segretario della Ceu, di presidente della rete dei Musei Ecclesiastici e di coordinatore degli Istituti diocesani di sostentamento clero.

Il V Centenario della morte del Perugino. Il vescovo Salvi, nel 2022, è entrato a far parte del Comitato promotore delle celebrazioni per il V centenario dalla morte del pittore Pietro Vannucci detto “Il Perugino”, istituito presso il Ministero della cultura, e prima ancora aveva costituito un’apposita commissione diocesana con il compito di redigere un qualificato programma di eventi in preparazione a questa importante ricorrenza per la cultura italiana ed europea. Significativo quanto ha sostenuto in una delle conferenze promosse dalla commissione diocesana da lui presieduta: «Ripensando ai mesi del lockdown non possiamo dimenticare quanto l’arte, nei suoi molteplici aspetti, ci sia stata di supporto in un momento di grande disorientamento in cui ogni certezza sembrava essere venuta meno… I nostri occhi hanno sempre più bisogno di riscoprire una bellezza fatta di forme, colori e stili diversi e i nostri giovani hanno bisogno di un’educazione che gli consenta di conoscere e di apprezzare il cospicuo patrimonio che li circonda. Anche la Chiesa deve fare la sua parte e l’arte può essere la possibilità di una nuova pastorale, in cui il dialogo tra l’umano e l’opera può far comprendere la ricchezza di Cristo e del suo messaggio».

Il mese scorso un giornalista, dopo aver partecipato al funerale di un ragazzo di 18 anni, morto in un incidente stradale, ha scritto un commento che non smette di farmi pensare. Dopo aver ammesso di non essere un assiduo frequentatore di chiese, ha confessato tutto il suo stupore di fronte a un messaggio che, scrive “quella mattina ci ha cambiato tutti, ha alleviato il peso dal nostro cuore, ha asciugato le lacrime dai nostri occhi, di credenti e non credenti, ci ha trasformato in una comunità”. E concludeva: “Che guaio che il messaggio cristiano si sia così indebolito nella nostra Italia. Che forza ci darebbe per affrontare un tempo sempre più tumultuoso e inquieto. È nei deserti della secolarizzazione che abbiamo più bisogno della promessa di vita eterna”.

Sono parole di un laico, di un uomo come tanti, parole che interpellano a fondo la nostra fede e la nostra responsabilità di credenti, la nostra disponibilità – come Chiesa – a essere aperti – come i pastori – a portare a tutti l’annuncio del Natale, della salvezza. Questa Santa Notte ci consegna un Dio che non si impone; il suo non è il giorno della vendetta, ma della speranza: “Il popolo che camminava nelle tenebre – canta il profeta Isaia – ha visto una grande luce… Davanti a te si gioisce come quando si miete…”.

La fonte inesauribile di questa “grande gioia, destinata a tutto il popolo” scaturisce da Colui che è nato a Betlemme. Dio mostra il suo volto nella fragilità di un bambino, che – come ogni nostro figlio – è bisognoso di tutto: richiede di essere avvolto, prima ancora che in fasce, nella tenerezza e nello sguardo d’amore della Madre. Nel presepe, Dio – Lui, il Grande, l’Onnipotente – per amore si fa piccolo; deposto in una mangiatoia, si fa pane per la nostra fame di vita. Vuoi sapere chi sei? Vuoi conoscere qualcosa del mistero di cui sei impastato? Fermati davanti a questo Dio Bambino.

Nella misura in cui lo contempli e ti lasci coinvolgere, diventa spontaneo – come scrive San Paolo – “rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà”.

L’incontro con Cristo dà un senso a ciò che siamo, una direzione al nostro andare; ci permette di non lasciarci inghiottire dalle tenebre di questo mondo e dalle paure che queste suscitano; ci rende capaci di dare alle cose il loro giusto valore, mentre ci apre alla compassione e alla fraternità, alla responsabilità e alla condivisione.

Che sia un buon Natale per ciascuno.

Don Ivan, vescovo

«Credo che il museo, anche attraverso questa sua guida, si riveli come una realtà che dà voce a un progetto urbano, a una proposta di socializzazione, a uno spazio comunitario senza il quale non ci sarebbe città e forse la stessa esperienza ecclesiale resterebbe assai impoverita». A sottolinearlo è stato l’arcivescovo Ivan Maffeis intervenendo, il 15 dicembre pomeriggio, alla presentazione dell’evento “Tesori all’Isola”, presso il complesso monumentale della cattedrale di San Lorenzo di Perugia, a cui è intervenuto anche il vescovo ausiliare Marco Salvi, delegato diocesano per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici, l’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, Marco Vianello, responsabile editoriale della case editrice Electa, e l’esperta d’arte Marta Boldrini, della società Genesi che gestisce l’“Isola San Lorenzo”, il complesso monumentale della cattedrale comprendente il Museo del Capitolo, il sottostante percorso archeologico e la stessa cattedrale di San Lorenzo. Presenti tra il folto pubblico diversi rappresentanti delle Istituzioni civili e del mondo della cultura del capoluogo umbro.

L’evento “Tesori all’Isola” ha visto la presentazione della guida “Isola San Lorenzo, il cuore di Perugia”, edita dall’Electa, del nuovo sito internet dedicato a questo complesso monumentale a cura della società Co.Mo.Do. e l’inaugurazione dell’esposizione natalizia dal titolo: ‹‹…diede alla luce suo Figlio…››, opere che raccontano il Natale presso il Museo del Capitolo. Si tratta di due dipinti provenienti dai depositi e raffiguranti la Madonna con il Bambino, eseguite rispettivamente da Andrea Vanni e da Agnolo Gaddi. Esse condurranno il visitatore ad approfondire il mistero del Natale, partendo da quello stretto rapporto che unisce Madre e Figlio, divenendo uno dei principali temi iconografici della storia dell’arte.

L’arcivescovo Maffeis. «In questi giorni, ascoltando diversi parroci – ha raccontato l’arcivescovo Maffeis –, sono rimasto colpito come durante le benedizioni pasquali delle case si trovino a suonare tanti campanelli, tanti citofoni che restano muti come fabbriche dismesse, per case che si rianimano la sera, quasi rispondendo a episodi di incontri, di intimità che portiamo tutti nel cuore, che si realizzano quando la famiglia torna a riunirsi. Questa immagine mi è venuta in mente pensando a questo luogo, perché un museo non è semplicemente un insieme di pietre ereditate dalla storia, è senz’altro un patrimonio. Ma il museo è come quella casa che a sera si rianima e il lavoro fatto al suo interno è quello che dà calore, una direzione, un significato, apre un percorso. La città che abitiamo è fatta da diversi elementi: dalla sua cultura, dalla sua arte, dalla sua storia e dai volti che incontriamo e con cui condividiamo un pezzo di strada insieme. Questa intensità dà alla città la sua dimensione».

Il vescovo Salvi. «Lo stupore è la prima forma di conoscenza del reale e lo si coglie anche nell’“Isola San Lorenzo” – ha evidenziato mons. Salvi –, perché lo stupore mobilita tutti i fattori umani, la ragione, il sentimento, creare empatia. Senza stupore non c’è la capacità di gustare la bellezza che viene trasmessa dalle cose. Ciò che vince uno sguardo abituale, come noi spesso guardiano le cose, è un amore, una tenerezza di chi sperimenta nella propria vita che c’è qualcosa di grande e sei attratto da una tenerezza infinita. È un amore che cambia il cuore delle persone e, quindi, cambia anche il modo di guardare e di vedere ciò che ci circonda. Trasfigura quest’amore e fa percepire la realtà, i quadri, lo spazio in maniera totalmente nuova. L’esperienza di Genesi, fin dall’inizio, è stata quella di persone toccate da questa bellezza e da questo amore per la vita, toccate da Cristo e che hanno cominciato a guardare le cose con uno stupore e con occhi diversi. Ogni opera dialoga, diventa proposta, apre ad una domanda e diventa una ipotesi per la vita. La Chiesa ha sempre considerato l’opera d’arte, la pittura, la costruzione dello spazio, momento di espressione del mistero, cioè del Divino che si comunica ed entra in dialogo con l’umano che è davanti e lo guarda. Questa è la grande scommessa anche per la nostra Chiesa di Perugia, lo strumento del museo, della realtà che lo gestisce, Genesi, come anche l’imminente cinquecentenario della morte del Perugino, rappresentano una sfida per la stessa Chiesa in dialogo con un mondo che, delle volte, appare lontano».