3° Quaresima 2015 – Cattedrale di San Lorenzo – Perugia – In Gesù Cristo il nuovo umanesimo      

 Un umanesimo plurale e integrale

             “L’umanesimo nuovo in Cristo è un umanesimo sfaccettato e ricco di sfumature.. dove solo dall’insieme dei volti concreti, di bambini ed anziani, di persone serene o sofferenti, di cittadini italiani e d’immigrati venuti da lontano, emerge la bellezza del volto di Gesù. L’accesso all’umano, difatti, si rinviene imparando a inscrivere nel volto di Cristo Gesù tutti i volti, perché egli ne raccoglie in unità i lineamenti come pure le cicatrici… Così si configura una famiglia umana segnata non dall’omologazione e dall’uniformità ma dalla bellezza e dalla “convivialità delle differenze”: differenze di generazioni e di popoli, che esprimono legami di figliolanza e fratellanza, dove ciascuno è custode del fratello. Questi legami qualificano il nostro vivere insieme, soprattutto laddove nuove vulnerabilità si manifestano e chiedono di essere accompagnate con il “ritmo salutare della prossimità” (Evangelii Gaudium 169).
[Con] umanesimo integrale… si intende l’orizzonte che consente di superare sia lo sguardo riduttivo sull’umano, sia la frammentazione riscontrabile anche nelle nostre comunità.. Nessun dualismo.. tra “dimensione veritativa” e “prassi caritativa”: l’evangelizzazione non si separa dalla solidarietà o dalla custodia del creato, né la santità dalla legalità.. La via dell’intero è riconosciuta come via dell’umano” (CEI, Una traccia per il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale. Firenze 9-13\11\2015).

L’altro, il volto, la carezza, la pace

“La pace è qualcosa di più: è convivialità. E’ mangiare il pane insieme con gli altri, senza separarsi. E l’altro è un volto da scoprire, da contemplare, da togliere dalle nebbie dell’omologazione, dell’appiattimento. Un volto da contemplare, da guardare e da accarezzare. E la carezza è un dono. La carezza non è mai un prendere per portare a sé, è sempre un dare. E la pace che cos’è? E’ la convivialità delle differenze. E’ mettersi a sedere alla stessa tavola tra persone diverse, che noi siamo chiamati a servire” (D. Tonino Bello, Dio scommette su di noi, Ed. Paoline). (D. Tonino Bello, Dio scommette su di noi, Ed. Paoline).

Per vivere meglio.. E salvare il pianeta: Digiuno informatico

             “Nell’era digitale esiste un pericolo di obesità mediatica analoga a quella alimentare. I ritmi quotidiani risultano profondamente modificati da computer, cellulare, tablet, smartphone.. La tentazione di eccedere nel loro utilizzo, di vivere ‘con le stampelle digitali’, specialmente nella generazione di quanti vengono detti ‘nativi digitali’.., toglie tempo al sonno, al lavoro e allo studio, alle relazioni familiari e sociali, alla ricerca interiore e alla preghiera… Di fronte all’”onnipotenza tecnologica”,.. all’obesità da troppa informazione… nell’intento di fronteggiare la ‘bulemia dei dati’, si ricorre con sempre maggiore frequenza a pratiche meditative che restituiscono alla mente il suo primato e il suo ruolo insostituibile. Pratiche che ci riportano dall’esterno all’interno: dalla strada alla casa, ‘ritorno, che è simultaneamente in sé e a Dio’” (da A. Gentili, 8 Digiuni – Per vivere meglio.. e salvare il pianeta, Ed. Ancora).

 

#