Il deserto nella città: “Questa è la forza che vince il mondo: la fede” (1Gv 5, 4)

La presenza di Dio: In Dio “siamo, respiriamo, ci muoviamo” (Atti 17, 28)
“Dio è presente nella mia vita, è presente nella storia, è presente negli avvenimenti, è presente nella natura, è presente in ogni cosa che è. Questo significa credere in Dio, sperare in Dio, amare Dio. Credere in Lui significa vedere il tutto come il Vivente che ti guarda da tutti i punti del suo Essere e ti abbraccia come figlio suo dolcissimo. Mi sento guardato da Dio attraverso la luce in cui sono immerso e le stelle che mi sovrastano e mi sento toccato da Lui, dal vento che mi raggiunge, dall’acqua che mi bagna, dalla fame che mi stimola, dalla materia che mi urta e mi ferisce. Bisogna cominciare coll’esperimentare Dio nella natura, nell’incontro con gli uomini, nella ricerca scientifica, nell’impegno sociale, nei fenomeni fisici, nello splendore dei tramonti, nella potenza del mare, nel chicco di grano che muore. Se Tutto è Uno e l’infinita molteplicità delle cose è ricondotta all’Unità dell’Essere divino, significa che su ogni cosa domina l’Amore che è Dio stesso e che gli stati attuali di guerra o di egoismo o di oscurità finiranno con la maturità dell’uomo redento e salvato. Se il Tutto è uno, la pace è già in cammino, il convito di casa mia è il segno di un convito universale che Gesù ha definito Regno, cioè il ‘Dio con noi’, dove l’intera umanità troverà la sua felicità e la storia la sua armonia vittoriosa sul caos. Vivo di gioia perché l’essere uno con l’Uno del Tutto è la fonte della più profonda gioia umana. Credere in Dio significa luce, pace, gaudio, esultanza”.

 

Pregare significa “stare con Dio”. Si prega ovunque perché ovunque è il suo tempio. Se pregare significa comunicare con una Presenza e questa Presenza è dovunque, si può essere in preghiera sempre. Ventiquattr’ore su ventiquattr’ore. La preghiera non si riduce a parola, pensiero, luogo, momento.

Lodi                Salmo 95 (94); 140 (139); 1Cronache 22, 18-19

Vespro            Salmo 46 (45); Salmo (105); Apoc 5, 6-14

Letture            Genesi 1; Isaia 59; Giovanni, 1

Impegno: Pregare lavorando, o meglio credere che lavorando si può essere in preghiera, se vissuto in comunione creatrice e redentrice con Dio. Pregare amando perché è l’amore che porta alla persona amata, e si può amare parlando, piangendo, pensando, camminando, dormendo, contemplando, ammirando..  Mettersi di fronte alla finestra più ampia che si ha, nel luogo più adatto per abbracciare con lo sguardo più cose che si può e nell’umiltà del cuore di povero che cerca, invocare: “Spirito Santo vieni.. e manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.. O Luce beatissima invadi nell’intimo i cuori dei tuoi fedeli”.

Testi tratti da: C. Carretto, Il deserto nella città, Buc, Edizioni San Paolo

8 Dicembre

Una Madre ti offriamo, di David Maria Turoldo:

Noi, uomini, che sappiamo le aspre solitudini del cuore, una Madre ti offriamo, o Dio, come noi mendicante d’amore, e per essa tutti diciamo: ‘Vieni, Signore! Vieni sempre, Signore!

Lei, la porta che apre a te libertà di farti umano; a noi finalmente di essere, salvi dal quotidiano morire.

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