2° Quaresima 2014  – Cattedrale di San Lorenzo – Perugia – LA GIOIA DEL VANGELO

“Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza autentica di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri.

Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa. Per questo, chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l’altro e cercare il suo bene. Non dovrebbero meravigliarci allora alcune espressioni di san Paolo: «L’amore del Cristo ci possiede» (2 Cor 5,14); «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16). La proposta è vivere ad un livello superiore, però non con minore intensità: «La vita si rafforza donandola e s’indebolisce nell’isolamento e nell’agio. Di fatto, coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano la riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri.. Qui scopriamo un’altra legge profonda della realtà: la vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo per la vita degli altri. La missione, alla fin fine, è questo». Di conseguenza, un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale. Recu-periamo e accresciamo il fervore, «la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime […] Possa il mondo del nostro tempo – che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza – ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo» (Papa Francesco, “Evangelii Gaudium”, 9-10).

Preghiere minime

“Signore, voglio essere libero ma nello stesso tempo non do libertà agli altri. Non voglio rimproveri ma rimprovero gli altri. Mi arrabbio per l’intolleranza ma non tollero gli altri. Aiutami tu a diventare una persona nuova” (Anonimo)

“Mettermi in ginocchio davanti a te, Signore, è il mezzo migliore per restare in piedi davanti agli uomini” (Albert Bessiéres).

“Che io faccia della mia vita unicamente una cosa semplice e retta, simile ad un flauto di canna che tu possa riempire di musica” (Rabindranath Tagore).

Modi diversi di far penitenza:  Anche per la penitenza, come per l’amore, occorre far funzionare la fantasia. Inventare, cambiare, tener conto delle situazioni.

“Per alcuni, penitenza sarà «uscir fuori» dal comfort e dal cer­chio egoistico della casa. Per altri, al contrario, si tratterà di dedi­care più tempo e attenzione alla famiglia. Per alcune persone troppo pie, una mortificazione quaresimale potrebbe consistere nella rinuncia a un devozionalismo superficia­le, chiassoso, emotivo, sentimentale, e l’impegno a impiegare mez­z’ora nella lettura della Bibbia, o di un libro serio” (Pronzato).

 

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