“‘Eterna è la sua misericordia’: è il ritornello che viene riportato ad ogni versetto del Salmo 136 mentre si narra la storia della rivelazione di Dio. In forza della misericordia, tutte le vicende dell’antico testamento sono cariche di un profondo valore salvifico. La misericordia rende la storia di Dio con Israele una storia di salvezza. Ripetere continuamente: ‘Eterna è la sua misericordia’, come fa il Salmo, sembra voler spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore. È come se si volesse dire che non solo nella storia, ma per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo misericordioso del Padre. Non è un caso che il popolo di Israele abbia voluto inserire questo Salmo, il “Grande hallel” come viene chiamato, nelle feste liturgiche più importanti. Prima della Passione Gesù ha pregato con questo Salmo della misericordia. Lo attesta l’evangelista Matteo quando dice che « dopo aver cantato l’inno » (26,30), Gesù con i discepoli uscirono verso il monte degli ulivi. Mentre Egli istituiva l’Eucaristia, quale memoriale perenne di Lui e della sua Pasqua, poneva simbolicamente questo atto supremo della Rivelazione alla luce della misericordia. Nello stesso orizzonte della misericordia, Gesù viveva la sua passione e morte, cosciente del grande mistero di amore che si sarebbe compiuto sulla croce. Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo, lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il ritornello nella nostra quotidiana preghiera di lode: ‘Eterna è la sua misericordia’” (Papa Francesco, Misericordiae Vultus, 7).

Opere di misericordia spirituale: Pregare per i vivi e i morti –  Leggi: Mt 6, 7-15; Mt 26, 36-39; 22, 31-32

“La settima opera di misericordia spirituale.. è un servizio di amore verso l’essere umano. Attraverso la preghiera nascono delle vibrazioni positive che raggiungono anche l’altro.. In profondità la preghiera genera più luce, più amore, più speranza e più fiducia per me e per quelli per cui prego. .. La preghiera agisce in un modo misterioso.. Preghiamo perché confidiamo nel fatto che Dio esaudisce la nostra preghiera e che Dio può aiutare l’altro. Sappiamo però che attraverso la preghiera non possiamo obbligare Dio a un intervento conforme alle nostre intenzioni.. Lascio a Dio la scelta di che cosa sia bene per l’altro Pregando per i vivi, esprimiamo il nostro amore per gli altri e mostriamo fiducia nel fatto che, attraverso la nostra preghiera, l’amore di Dio agisce in maniera benefica, sebbene misteriosa, nelle persone per cui preghiamo. Pregando per i defunti, esprimiamo la realtà che non li lasciamo soli nel processo della morte, ma li accompagniamo con il nostro amore; esprimiamo così quel legame d’amore che resta oltre la morte. Gabriel Marcel, filosofo francese, ha detto ‘L’amore significa dire all’altro: tu non morirai’. Non dimentichiamo il defunto, ma nella preghiera ne teniamo desto il ricordo. E i morti ci rammentano la nostra morte. Ci rimandano a Dio, mèta ultima della nostra esistenza” (A. Grǜn, Le sette opere di misericordia, Queriniana).

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