4 Avvento/C (20-12-2015) – Cattedrale di San Lorenzo – Perugia – Il Volto della Misericordia
“La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona. La Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno.. È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia. Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre. La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini. Pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre.. Chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia. Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre. L’evangelista riporta l’insegnamento di Gesù che dice: « Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso » (Lc 6,36). È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace. L’imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce (cfr Lc 6,27). Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita” (Papa Francesco, Misericordiae Vultus, 12.13).
Opere di misericordia spirituale: Consolare gli afflitti – Leggi: Gv 16, 6 s.; 16, 21s.
“Afflitto è, in genere chi è in lutto: chi è profondamente addolorato per la scomparsa di una persona cara.. Non si è afflitti soltanto per la morte di una persona cara. Ogni perdita suscita in noi afflizione, sia essa la perdita dell’amore in un matrimonio che va a rotoli, la perdita del lavoro, della salute, dell’amicizia. Le opportunità mancate suscitano dolore e anche i deficit della nostra vita, di cui diventiamo dolorosamente consapevoli.. La parola latina.. ‘consolari’.. significa ‘rimanere con chi è solo’… Le Scritture menzionano il gesto di bere dal calice della consolazione (cfr Ger 16,7). Gesù.. porge ai discepoli il calice della consolazione. In ogni celebrazione eucaristica ci dà da bere il calice della consolazione del suo amore. Il calice del vino è il suo sangue versato per noi, a simboleggiare l’amore con il quale si è sacrificato per noi e per tutti. In quel calice dona se stesso a noi, nella nostra solitudine. Non ci dà una risposta all’afflizione, ma ci fa bere il suo amore, affinché ci rinvigorisca.. Non dobbiamo dispensare parole pie, bensì porgere all’altro il calice del nostro amore, affinché possa bere da esso.. Non siamo noi a poter donare conforto. Noi possiamo soltanto rinviare al conforto autentico che sta nel cuore di ogni uomo.. lo Spirito di Gesù! E questo Spirito ci farà attraversare ogni afflizione,.. provocherà in noi una rinascita. Gesù ci paragona a una donna che, prima della nascita del suo bambino è piena di afflizione. La vera consolazione consiste nel rinviare alle nuove possibilità celate nella tristezza. Passando attraverso la tristezza vuole nascere in noi il bambino, Cristo vuole imprimersi in noi, essere dentro di noi e con noi. Ciò trasforma la nostra tristezza in una gioia che nessuno può più toglierci. Di questo dobbiamo rendere testimonianza tramite la nostra vita, la nostra fede e il nostro essere vicini agli affliti” (A. Grǜn, Le sette opere di misericordia, Queriniana).