“Una delle cose più logoranti che ci possono capitare è di cadere nelle grinfie dell’abitudine. Sia l’abitudine al bene che al male. Quando il marito o la moglie si abituano all’affetto e alla famiglia, non le considera pi come cose preziose, non ringrazia più né si prende più cura con delicatezza di quello che ha. Quando ci abituiamo al dono della fede, la vita cristiana diventa routine, ripetizione, non dà senso alla vita, non è più fermento. L’abitudine è un freno, un callo che imprigiona il cuore, si ‘tira avanti’ e si perde la capacità di ‘guardare bene’ e di rispondere.. La sofferenza di tante persone innocenti e pacifiche non ci colpisce più, il disprezzo dei diritti delle persone e dei popoli, la povertà e la miseria, l’impero della corruzione, della droga assassina, della prostituzione forzata e minorali sono ormai moneta corrente, e paghiamo senza chiedere ricevuta, anche se prima o poi tutto questo ci presenterà il conto. Tutte queste realtà, e molte altre, non sono mute, gridano ad ognuno di noi e ci parlano del nostro limite, della nostra debolezza, del nostro peccato.. Se noi ‘ci siamo abituati’.. le parole del profeta Giole sono un invito forte: ‘Ritornate a Dio’.. Qualcosa non va in noi stessi, nella società o nella chiesa, abbiamo bisogno di cambiare, di convertirci, di compiere una svolta” (da Jorge Mario Bergoglio, vescovo di Buenos Aires, papa Francesco: Dio non si stanca di perdonare, ed. Emi).
Mercoledì di quaresima in Cattedrale: Pagine di Vangelo per vivere la fede, oggi. 21\03\2018 Sala dottorato ore 18,45 – I doppi discorsi
• Lc 24, 13-35
• Il senso di sconfitta “ci trasforma in pessimisti scontenti”. Sebbene consapevoli delle nostre fragilità, “bisogna andare avanti senza darsi per vinti.. Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con la tenerezza combattiva contro gli assalti del male… La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di.. mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva” (Cfr Papa Francesco, Evangelii Gaudium, nn 85.278).
“Vorrei salire molto in alto, Signore, sopra la mia città, sopra il mondo, sopra il tempo. Vorrei purificare il mio sguardo e avere i Tuoi occhi. Vedrei nella prodigiosa trasformazione della materia un perpetuo fermento di vita: Il Tuo grande Corpo che nasce sotto il soffio dello Spirito. Vedrei la bella, eterna idea d’Amore del tuo Padre che si realizza progressivamente: Tutto ricapitolare in Te, le cose del cielo e quelle della terra. Comprenderei che la mia vita, impercettibile palpito in questo Grande Corpo Totale, è un tesoro indispensabile nel progetto del Padre. Allora, cadendo in ginocchio, ammirerei, Signore, il mistero di questo mondo che nonostante gli innumerevoli e orribili spropositi del peccato, è un lungo palpito d’amore, verso l’Amore eterno” (M. Quoist, Preghiere, Marietti 1820).