“Il grande rischio dell’abitudine è l’indifferenza: Niente più ci stupisce, ci scuote, ci rallegra, ci mette in discussione.. Ci stiamo abituando a vedere uomini e donne che mendicano.. L’abitudine porta all’indifferenza: non ci interessano le loro vite, le loro storie, i loro bisogni né il loro futuro. Quante volte, incrociando i loro sguardi imploranti, abbiamo abbassato i nostri e abbiamo tirato dritto.. La parola di Dio (cfr Gl 2, 12-18), il quale ama in modo incommensurabile tutti i suoi figli, ci dice con tenerezza:’Ritornate a me con tutto il cuore’. Questo è il desiderio di Dio: che noi, che a volte siamo e viviamo lontani da lui, ritorniamo, non per obbligo, non di malavoglia, non per paura.. ma con ‘tutto il cuore’. Questa è la cosa essenziale.. accettare l’invito a entrare sempre più nell’intimità del Signore. E’ una parola d’amore per noi uomini che tendiamo sempre a porre l’accento sugli ‘adempimenti’. Per questo Dio continua a dirci; ‘laceratevi il cuore e non le vesti’. I nostri gesti, le nostre mortificazioni, i nostri sacrifici hanno valore soltanto se procedono dal cuore, se esprimono un amore… Il digiuno che Dio vuole consiste sempre nel ‘dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa , i miseri, i senzatetto, vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti’ (Is 58,7)… Si può digiunare soltanto assumendo il dolore e l’impotenza di milioni di affamati.. Il nostro digiuno volontario deve aiutare a impedire i digiuni obbligati dei poveri. Digiuniamo perché nessuno debba digiunare” (da Jorge Mario Bergoglio, vescovo di Buenos Aires, papa Francesco: Dio non si stanca di perdonare, ed. Emi).
Mercoledì di quaresima in Cattedrale: Pagine di Vangelo per vivere la fede, oggi.
Mercoledì 07\03\2018–Sala dottorato ore 18,45 – Il pluralismo delle fedi: Un metodo di convivenza
- Mt 13, 11-23.24-43
- Non dobbiamo cercare “un Cristo puramente spirituale, senza carne e senza croce” che ci porta ad avere contatti solo superficiali o virtuali con l’umanità. “Il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, con il suo dolore e le sue richieste”. In questo senso “uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene”, è la via della solidarietà, la sola via capace di generare la vera speranza” (Cfr Papa Francesco, Evangelii Gaudium, nn 87.88).
“O Signore, Dio di pace, che hai creato tutti gli uomini, oggetto della tua benevolenza, per essere familiari della tua gloria, noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi, le realizzazioni che il tuo Spirito di pace ha suscitato nel nostro tempo, per sostituire l’odio con l’amore,la diffidenza con la comprensione, l’indifferenza con la solidarietà. Apri ancor di più i nostri spiriti ed i nostri cuori alle esigenze concrete dell’amore di tutti i nostri fratelli, affinché possiamo essere sempre più dei costruttori di pace. Ricordati, Padre di misericordia, di tutti quelli che sono in pena, soffrono e muoiono nel parto di un mondo più fraterno. Che per gli uomini di ogni popolo e di ogni lingua venga il tuo regno di giustizia, di pace e d’amore. E che la terra si ripiena della tua gloria! Amen” (Paolo VI, 1\01\1968).